«Nascerà qui, al ristorante L'Orologio in Milano, e sarà per sempre una squadra di grande talento. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo» Così scriveva Giorgio Muggiani, il 9 marzo 1908.
Oggi 22 maggio 2010 il cerchio si chiude, in un’altra splendida notte stellata nerazzurra.
Al di là del risultato della partita e della doppietta di uno strepitoso Milito, c’è da sottolineare come questa Champions sia arrivata alla fine di un cammino in cui l’Inter ha eliminato i campioni di Russia, Inghilterra, Spagna e Germania, tornando sul tetto d’Europa dopo 45 anni e stabilendo un nuovo record per una squadra italiana: mai nessuno nella storia del calcio nostrano era riuscito a completare il triplete vincendo nella stessa stagione scudetto, coppa Italia e Champions League.
E’ difficile paragonare due epoche e due tipi di calcio così diversi, ma dopo tanti sforzi credo sia giusto che Massimo Moratti possa esser paragonato a suo padre: in questi ultimi 5 anni sono stati conquistati 5 scudetti, 1 Champions League e 3 coppe Italia, per un totale di 15 trofei negli ultimi 6 anni.
Da oggi non è più eresia parlare di una seconda Grande Inter. Il coronamento del sogno del presidente.
E’ la vittoria di Diego Milito, che ha dovuto aspettare i 30 anni per calcare palcoscenici importanti, uno dei simboli di questa squadra, autore di gol sempre importanti nonostante il pesante fardello lasciato da Ibra.
E’ la vittoria di Samuel Eto’o, un campione che vince la sua 4^ Champions con 3 club diversi, decidendo due finali con i suoi gol, ma con l’umiltà per mettersi al servizio della squadra in ruoli non suoi, fino a fare il terzino nel concitato secondo tempo del Camp Nou.
E’ la vittoria di Esteban Cambiasso,arrivato a costo zero dal Real Madrid; mente, cuore e cervello del nostro centrocampo. Senza corsa, né dribbling, né fisico, ma dall’intelligenza tattica e dallo spirito di sacrificio che lo rendono padrone della linea mediana.
E’ la vittoria di Wesley Sneijder, il giocatore che mancava più di tutti all’Inter, trequartista con piedi da regista e polmoni da mediano per andare a pressare sui portatori di palla avversari ma allo stesso tempo in grado di dettare l’ultimo passaggio con rara precisione.
E’ la vittoria di Javier Zanetti, immenso capitano di cento, anzi di 700 battaglie. Traguardo raggiunto proprio nel giorno più importante: quello in cui dopo 15 anni di lacrime, sofferenze e corse su quella fascia alza l'anelata coppa, coronando una carriera incredibile sempre con la stessa maglia.
And last but not least, è la vittoria di Josè Mourinho. Su di lui si sono spese fin troppe parole, molte a sproposito, molte altre dettate dall’invidia: chi diceva che è scarso, buono solo a parlare, chi lo voleva prendere a bastonate sui denti, chi asseriva che non abbia dato nulla al calcio italiano. I numeri parlano da soli: 2 stagioni, 2 scudetti, 1 coppa Italia, 1 supercoppa italiana, 1 Champions League, 18 titoli in 9 anni di carriera.
E, staccandosi per un momento da un discorso meramente tecnico-tattico, un nuovo modo di comunicazione, che prima d’oggi nessuno aveva mai esibito, così come un carisma paragonabile al suo. Queste parole sono scritte nel momento del suo più che probabile addio all’Inter. Ma tutto quello che ha fatto resta e resterà sempre nella nostra memoria, perciò semplicemente grazie di tutto Josè, di cuore. Faremo sempre il tifo per te, ed è un arrivederci, non un addio.
Che dire…è stata la serata più bella della mia vita sportivamente parlando, l’Inter non aveva mai regalato una soddisfazione così grande a me così come a tutti gli interisti con meno di 50 anni. Perché in un colpo solo, come con un magico colpo di spazzola, svaniscono tutte le maledizioni europee, e nessuno potrà mai più dirci che le vittorie in coppa dell’Inter si possono vedere solo in bianco e nero.
Quindi grazie a tutti voi. Siete i nostri Campioni, la nostra Grande Inter a colori.
Un tifoso interista sempre più orgoglioso di esserlo.
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